La vita cambiò radicalmente per Carlo che prese un mese di aspettativa dal lavoro e migliorò notevolmente per Luisa che aveva iniziato a pensare di essere realmente una dea: il marito che la venerava e tantissimi colleghi che le facevano la corte, il lavoro andava benissimo, anche grazie al fatto che era diventata molto più sicura di se per cui i giudici ed i clienti le davano maggior credito. Si sentiva realmente una donna vincente ed i fatti le davano ragione. La loro giornata era segnata da quell’accordo che lei aveva voluto: Carlo si alzava sempre prima, le preparava la colazione che lei puntualmente consumava ancora stando a letto mentre lui ritto davanti a lei, nudo ed eccitato, la osservava, ogni tanto lei gli diceva: “Cosa fai lì? Occupati un po’ dei miei piedini, oppure, fammi vedere come ti masturbi, ma senza godere, lo sai che il tuo sperma mi serve come crema per la pelle e poi ti devi mantenere eccitato per stasera che giochiamo un po’…”. Tutto il giorno lui faceva le faccende di casa: lavava, stirava, faceva il bucato, proprio come una massaia, e poi la sera si faceva trovare sempre lì in ginocchio davanti alla porta completamente nudo, col membro ritto in attesa dell’arrivo della sua dea. Lei, invece, trascorreva giornate lavorative intense, faceva colazione con colleghi ed accettava sempre di più il ruolo di donna in carriera con il mondo ai suoi piedi, ogni tanto accettava la corte dei suoi colleghi, ma senza mai andare oltre una strizzatina di occhi o, nei casi migliori, un bacetto sulla guancia in segno d’amicizia. In realtà lei i suoi colleghi se li sarebbe scopati tutti, anche più d’uno alla volta, ma non voleva ancora farlo, aveva deciso che avrebbe tradito il marito, ma con calma avrebbe scelto la sua preda, un altro uomo che sarebbe stato suo schiavo… tutti sarebbero diventati suoi schiavi. Scherzando con le amiche spesso diceva “Tra qualche tempo avrò a disposizione un vero harem dove ogni giorno sceglierò l’uomo con cui fa! re l’amore come meglio mi piace”. Le sue colleghe la ammiravano molto. Ammiravano la sua tenacia, la sua bellezza, la sua libertà di ragionamento e, … stranamente, suo marito. Le sue colleghe pensavano a quel pover’uomo di suo marito come doveva soffrire nel dover convivere con una moglie così. Lei diceva “Mio marito? E’ il mio dolce schiavetto succube, vive per me…” Quale donna non avrebbe voluto pronunciare queste parole? Ma nessuno poteva mai immaginare che ciò che lei diceva era vero. Sessualmente tutte le donne che lavoravano in quel mega studio professionale di avvocati e commercialisti, avevano un rapporto di dominazione col proprio uomo. Tutte si erano già parlate tra loro e, dopo aver superato un primo momento di pudore, avevano raccontato della propria intimità, anche se solo superficialmente, come aveva fatto anche Luisa. I racconti di Luisa colpirono moltissimo Clara, altra bellissima donna sua collega, che, a casa e con il proprio marito, la sera ripeteva puntualmente le esperienze di Luisa. Un giorno Clara confessò questo fatto a Luisa: “Sai, Luisa, ho provato anche io su mio marito le cose che tu fai a tuo marito e … devo dire che lui ha gradito molto”. Luisa, sorridendo disse “Sono contenta, si vede che la situazione femminile sta totalmente cambiando… il fatto che il mio caso non è isolato mi rende molto felice… Che ne diresti di provare una esperienza insieme?” “Insieme? Come insieme?” disse subito Clara. “Nel senso che io e te ci incontriamo una sera con i nostri rispettivi… mariti succubi e… ci divertiamo un po’ con loro.” Clara fu colpita dal modo perverso di Luisa di affrontare l’argomento, ma la cosa le piacque, decisero, allora di organizzare una bella cenetta a casa di Luisa dove i rispettivi mariti avrebbero “dimostrato” la loro schiavitù. Entrambe ebbero problemi nell’esporre la cosa al proprio partner, ma seppero soggiocarli a fondo così un sabato sera a casa di Luisa…..
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