Era molto tempo che Marco cercava una ragazza seria e decisa. Tutto quello che lui aveva potuto auspicare dalla vita era solo ed esclusivamente dipendere da una donna. Come era successo per la sua povera mamma…morta in un incidente stradale l’anno prima. Marco era un bellissimo ragazzo, alto circa un metro e ottanta, bruno, occhi verdi ed abbastanza robusto, ciò dovuto soprattutto al canottaggio che aveva praticato per molti anni, fin da bambino. La mamma aveva voluto mandarlo a seguire questo sport che lei diceva per uomini sani e robusti. Un padre non lo aveva mai avuto, era figlio di una ragazza madre. Durante la sua breve vita, prima del fatidico incidente, lei costantemente dimostrava a tutti l’odio che aveva per tutti gli uomini . Una volta Marco aveva sbirciato attraverso la porta della camera da letto della mamma durante la visita di un suo amico, sentiva l’amico della mamma gemere e soffrire, quasi fosse torturato. Rimase molto turbato da questa cosa. Quella sera andò a casa di Michele dove conobbe Miriam, una stupenda brunetta con un corpo da favola, un pò bassina, ma molto a modo. Dopo aver passato una bellissima serata Marco accompagnò a casa Miriam; arrivati al protone di casa lui le porpose di fumare insieme l’ultima sigaretta della serata e poi lasciarsi. Durante le prime boccate della sigaretta Miriam iniziò a parlare di cose strane: "Marco, hai mai provato a fare l’amore legato?". Marco si sentì rabbrividire, una emozione percorse tutto il suo corpo e sentì il suo membro sobbalzare. "Perchè me lo chiedi?" rispose lui con voce leggermente rauca ed emozionata. "Io conosco bene gli uomini" rispose Miriam "e riesco a capire anche quello che hanno dentro, tu sei un bisognoso di affetto, un bisognoso di una donna forte, che ti protegga e che ti faccia sentire …un bambino". Nel frattempo la mano di Miriam era scesa a controllare il "rigongiamento" che aveva notato sotto il pantalone dell’inguine di Marco. Trovò al tatto un pene molto turgido e desideroso di esplodere. Marco si sentì come paralizzato e quasi svenne dall’emozione forte che stava provando. "Non è vero?" riprese lei con aria apavalda e mentre stringeva il suo sesso. La voce di Marco non rusciva a venire fuori dalla gola. "Si!" rispose finalmente lui rompendo il nocciolo che aveva formato alla gola. "Si, è quello che ho sempre sognato, una donna speciale". Miriam lentamente avvicinò le sue labbra a quelle di Marco e lo baciò teneramente, mentre la sua mano aprì la cerniera del pantalone, cercò il membro e lo tirò fuori. Marco si sentì morire. La gioia e la goduria era talmente tanta che riuscì solo a chiudere gli occhi ed a tirare indietro il capo mentre dalla sua bocca uscì un mugolio strozzato. Miriam prese a masturbarlo freneticamente. La sua manina inizialmente fredda divenne calda e decisa. Sempre più forte. Poi si fermò di scatto…"Non vorrai venire proprio in macchina?" disse lei decisa. "Vieni, saliamo da me". Marco fece per rimettersi a posto "No!, vieni così, mi piace e poi sono le due di notte, chi ci vede!" Lui obbedì all’invito, riuscì a malapena a coprirsi un poco con l’impermeabile , ma quando la raggiunse al portone, lei subito si impadronì del suo pene e lo tirò verso l’interno del palazzo. "Vieni quì..ora non mi scappi più" e lo baciò. Marco sembrava uno scolaretto desideroso solo di fare quello che la sua maestra voleva, il suo membro diveniva sempre più duro e lungo, da scoppiare! In ascensore lei lo torturò a iosa, quando arrivarono al piano lui si coprì con l’impermeabile che aveva poggiato sul braccio sinistro e, mentre lei apriva la porta, lui rinchiuse l’ascensore. "Ciao Miriam" sentirono sul pianerottolo "fatto tardi?" era una signora che stava ponendo il sacchetto della spazzatura davanti alla porta. Era in camicia da notte e le si vedevano i piedi nudi. "Si, ma ora andiamo a dormire.." e risero entrambe compiaciute mostrando una grande intesa. "Come si chiama il tuo amico" riprese la signora "E’ Marco" disse Miriam che ad un tratto strappò a Marco l’impermeabile dal braccio mostrando il suo pene in erezione. Marco rimase imbambolato. La signora emise un "Madonna…che bell’uccello". "Domani, se hai tempo, ti chiamo e te lo faccio provare" disse Miriam . "Daccordo…buona notte" disse la signora compiaciuta. Miriam afferrò il povero Marco per il pene e lo tirò in casa. "Spogliati subito" gli ordinò "io entro un attimo nel bagno". Marco si denudò completamente e rimase ad attendere Miriam che, dopo qualche secondo, uscì dal bagno. Si era liberata dal vestito, era rimasta con le calze nere, un reggiseno ed uno slip anch’essi neri. Lei andò verso il salotto, si sedette su di una poltrona, accavallò le gambe e disse "Vieni quì" lui fece per raggiungerla ma lei "No, in ginocchio!". Marco si inginocchiò ed in tale posizione la raggiunse, quando le fu vicino lei toccò con la punta della sua scarpa il pene turgido e disse "Ora dovrai adorarmi, io sarò per sempre la tua dea", lui abbassò la testa e stampò un bacio su un suo piede, lei si tolse le scarpe e disse "Toglimi le calze e leccami i piedi" lui eseguì. I suoi piedini erano una delizia, lui li leccò con molta avidità. "Ora basta" riprese lei "Preparati a fare l’amore con la tua padroncina". Lei si alzò lasciando lui prostrato a terra e ridendo andò nella camera da letto "Vieni" gli disse. Lui entrò nella camera da letto arredata in modo moderno, lei gli fece un cenno di distendersi sul letto e lui eseguì. Lei tirò fuori da un cassette delle corde, lo legò sul letto in modo che fosse ben teso e che non potesse muoversi in alcun modo, si denudò e gli fu sopra. Iniziò ad accarezzarlo, lui sentiva le sue unghie che quasi lo penetravano, poi Miriam si sedette sul suo membro infilandolo tra le sue cosce ed iniziò a muoversi. "Devi venire solo quando te lo dico altrimenti giuro che te lo taglio". Quando stava per raggiungere l’orgasmo lei disse "Oraaa" e lui sborrò. Marco aveva raggiunto un orgasmo che non aveva mai provato. Era una cosa bellissima. Tutto quello che era successo lo inebriava e si sentiva quasi un ubriaco con la mente affuscata. Quando Miriam ebbe finito gli si mise su un fianco lasciandolo legato. Lui disse "Non mi sleghi?". "Perchè" rise lei, "non ti piace mostrarti così alla tua padrona?". "Dovrei andare in bagno" rispose lui. Lei lo slegò e lui andò nel bagno, al ritorno Miriam gli disse "Accendimi una sigaretta e vammi a prendere in salotto un bicchiere di Wisky" lui eseguì. Mentre andava in salotto pensava che finalmente aveva trovato ciò che voleva. "Marco" disse lei dall’altra stanza "mettici pure del ghiaccio…è nel frigo e…fai presto!". Lui tornò con il liqure e glielo porse, lei si sedete sul ciglio del letto con i piedi a terra e disse "Senti, Marco, ti piacerebbe rimanere quì?" lui, pensando che il giorno dopo era Domenica rispose di si. Lei allora disse "tu sarai il mio schiavo, dovrai chiedermi di avere il permesso di baciarmi i piedi , dovrai farmi godere ogni volta che vorrò, ti imbavaglierò e ti torturerò per mio piacere, sarai il mio cameriere quando verranno le mie amiche e dovrai sempre e solamente adorarmi, sei certo che è questo che vuoi?". "Si, Miriam, io credo di amarti e dopo questa sera penso che non potrò mai più fare a meno di te" si inginocchiò davanti a lei e le baciò i piedi. Lei lo guardò fiera e gli disse:"Ora dormiamo, domani avrai molto da fare, verranno alcune mie amiche a colazione e tu dovrai essere pronto per servirci", lo afferrò per il membro che nel frattempo aveva ripreso a crescere e lo tirò sul letto.L’autore: a.esp@pnt.pandora.it
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