L’indomani era proprio mercoledì, e Monica si sarebbe recata da Renato.Non avevo molto tempo per escogitare qualcosa, ma dovevo trovare un modo per arrivare a scopare Monica. Sarebbe stato un bella vendetta, un bel colpo d’orgoglio.Erano anni che timidamente ci pensavo. Era da quando aveva tentato di ostacolare il mio matrimonio con Rossana, che desideravo metterglielo in quel suo culetto, sia per merito di quel bel culo, sia come semplice sfizio.Non avrei fatto mai delle pazzie per una come lei. Troppo altezzosa, troppo sicura di sé, troppo con la “puzza sotto il naso”.Era finita con lo sposare un piccolo industriale, più vecchio di lei, con grossi problemi famigliari (un cosiddetto ragazzo – padre), matrimonio che era stato avversato fin dall’inizio dalla famiglia di lei, che sperava in un matrimonio più “degno”.Lei, altezzosa e superba, aveva tenuto duro fino a sposarlo, ed ora per nulla al mondo lo avrebbe lasciato, anche solo per non dover dimostrare di aver avuto torto.Non era da lei ammettere gli sbagli.Io avevo sposato Rossana ed ero contento -nonostante tutto- di quella scelta, tanto da non prendere mai in considerazione il tradimento, ma ora avevo in mano la possibilità di poter schiaffare il mio cazzo dentro quel corpicino di Monica, e non me l’avrei fatta scappare.Certamente, il sapere che ero ambito come “leccatore” di passere mi inorgogliva.Probabilmente era il primo complimento che Monica mi faceva.Peccato però, che tutte queste buone informazioni erano arrivate grazie ad uno squallido tranello. Dovevo stare attento a non farmi scoprire. Avevo fatto una mascalzonata, ma che importa? Il risultato era stato sorprendente!La cassettina la nascosi nel mio ufficio al lavoro, ma non mi dimenticai di comperarne altre per ritentare il colpo in futuro…Stavo attraversando comunque un periodo incredibile, che mai mi sarei aspettato. Rossana era diventata servizievole e calda come non mai.Si scopava ogni qualvolta la nostra bambina si allontanava, ed ogni volta mi ritornavano in mente le scene del night.Ora non occorreva più pregarla perché si infilasse il body, o le calze, o le giarrettiere. Era diventata dolcissima e docilissima.Il sabato precedente, la costrinsi addirittura a fare la spesa con infilate le palline cinesi che le avevo regalato tre anni prima, e che non aveva mai usato.Se le infilò senza fiatare.Fu divertente vederla cambiare continuamente colore mentre spingeva il carrello. Dovemmo restare anche fermi, in mezzo al corridoio, con il carrello pieno, con la gente che ci passava sbuffando con difficoltà accanto, affinché lei recuperasse le forze dopo un’ulteriore goduta.Fece una fatica immane a caricare l’auto con la spesa ed a portare la bimba dai nonni. Appena risalita in auto, allargò le gambe, scostò le mutandine e si mise a massaggiarsi la figa velocemente, mentre io guidavo in pieno centro.”Non ne posso più. Posso togliermele? Sono venuta già una mezza dozzina di volte! E’ da due ore che le ho infilate dentro…””No, te le tolgo io a casa!”Per tutto il tragitto la vidi toccarsi ed ansimare, con le guance che diventavano sempre più paonazze, risaltando con la bianca pelle del viso.Appena entrati, corse in camera, e si spalancò le gambe implorando che la aiutassi a togliersi quelle palline.Non osava neppure togliersele da lei, per paura di disubbidirmi!Io mi fermai a rimirare lo spettacolo. Le calze autoreggenti, e le mutandine vistosamente bagnate, e le i con la mano destra che continuamente si massaggiava.Lentamente cominciai a spogliarmi.Lei mugugnava, ma le impedii di togliersi qualsiasi indumento.Quando fui nudo, mi avvicinai, e le toccai le mutandine che erano praticamente inzuppate. Gli massaggia la figa facendo una notevole pressione. La cosa la fece sussultare:”Muoviti bastardo…”Risi, e nel frattempo mi inginocchiai e misi il mio viso fra le sue gambe.Mi faceva impazzire leccargli la figa, che era letteralmente inzuppata d’umori, e nel contempo sentire le sue calze che mi strofinavano le orecchie e le guance.Adoravo sentire le calze che si strofinavano sulle mie guance, e sulle mie orecchie. Mi facevano letteralmente andare su di giri.Più affondavo con la lingua, e più velocizzavo l’andatura, più le cosce si stringevano attorno al mio viso.Era talmente umida, che il suo sapore mi stordì, e mi trovai tutto il mento impiastricciato.Aumentai vistosamente la velocità, e presi con i denti lo spaghetto che fuoriusciva dalla vagina.Tirai lentamente, facendo uscire le due palline dalla figa sempre senza toglierle le mutandine, ma scostandole con il naso.Lei mi tirò i capelli e gemette violentemente.Con le palline che penzolavano, mi misi davanti a lei, ed appena lei mi guardò, ne presi una in bocca e mi chinai su di lei.”Sei un porco…” disse prima di mettersi in bocca la seconda pallina.La succhiai avidamente, dopodiché pensai fosse bene cominciare a fare sul serio, e di dare un po’ di divertimento anche al mio sesso.Si attaccò al mio cazzo con una voracità impressionante, e ne giro di pochi minuti, dovetti fermarla. Non volevo venire così presto.Lei era tutta rossa, e forse sfinita dai ripetuti godimenti causati dalle palline, ma remissivamente si lasciò scopare, vestita, e si lasciò inculare.Oramai era un classico, e glielo infilavo regolarmente ad ogni scopata, e mi godevo lo spettacolo di quel culo, che tanto avevo agognato, e che rimaneva aperto dopo che le avevo sborrato dentro. Mi gustavo lo spettacolo del rivoletto di sborra che faceva capolino.Altra giornata straordinaria quel sabato, ma ora stavo pensando a come sfruttare l’occasione di quel mercoledì sera.”E da domani” decisi ” penserò a come comportarmi con Monica sabato…”Preparai il terreno, trovando a casa come scusa, un’ulteriore riunione sindacale, alla quale sarei dovuto intervenire nel capoluogo.Rossana non trovò niente da obbiettare; era ormai abituata a queste continue riunioni, eppoi mai aveva avuto niente da sospettare. Per me, esisteva solo una donna, o meglio, per essere precisi, esisteva un solo amore.Di sicuro, non avrei lasciato Rossana per nessuna cosa al mondo.Alla sera, mi appostai vicino alla seconda casa di Renato, che usava come ufficio, ripostiglio e quant’altro.L’attesa cominciava ad essere lunga, ma io ero deciso di aspettare per constatare se veramente… Mi sorsero dei dubbi. Mi sembrava una storia impossibile. Forse era stato tutto uno scherzo. Magari avevano notato il registratore acceso ed avevano pensato di canzonarmi. Forse…Una macchina si fermò poco distante da me.Mi accucciai sotto il volante; era Monica, che con fare deciso attraversò la strada, e con movimenti rapidi e decisi entrò, chiudendo velocemente la porta alle sue spalle.Passarono appena cinque minuti, che l’Alfa di Renato si fermò nel parcheggio più distante.Con passo veloce e furtivo, anche Renato si stava dirigendo verso l’entrata.Io uscii dalla macchina, e sorridendogli mi feci incontro:”Ciao Renato, dove vai di fretta?”Il suo sorriso non poteva essere più imbarazzato.La sua carnagione scura si tinse leggermente di rosso, come quella di un bambino preso a rubare le caramelle.”Niente, devo prendere una cosa dal magazzino…””Monica?”Questa volta sbiancò.”Cosa c’entra Monica?””L’ho vista entrare cinque minuti fa, e mi sono chiesto cosa andava a fare lì dentro… Dimmi la verità, ti scopi la moglie di Renzo vero?””Non dire cretinate… Dobbiamo parlare…””In tedesco?” dissi dimostrando della buona ironia, dato che lui disertava tutte le bisbocce del mercoledì per colpa di un fantomatico corso di tedesco “Renato, ammettilo, ti ho beccato in flagrante. Due più due uguale a quattro, e tu ti porti a letto Monica. Ti conosco bene, e so che ne sei capacissimo!”Renato mi guardò, e scoppiò a ridere nervosamente:”Dai Fabio… Cosa vuoi fare adesso?”Lo presi sotto braccio, e gli chiesi di vederlo scopare con Monica. Quante volte lo avevamo visto scopare o pomiciare con qualche ragazza, proprio lì, in quella casa!Mi sarei accontentato di guardare:”E sabato notte, ti garantisco che ricambierò il favore con gli interessi”.”Cosa intendi dire?””Ti ho mai deluso? Tu entra, scopala per bene e non ti preoccupare di me.Da mercoledì prossimo, ti posso garantire, che non avrai più bisogno del corso di tedesco.Copertura completa da parte mia e di Rossana”.Renato mi guardò, scosse la testa:”Se parli siamo rovinati tutti e due”.”Non fare l’idiota. Sono un tuo amico, e non ti metterò certamente nei guai. Anzi, ti sto facendo un favore enorme. Ora entra, e lascia l’uscio aperto.Fatti onore! Ci vediamo alle 24,00 precise al solito bar”.Fece segno di sì, e si voltò raggiungendo la porta, che come d’istruzione, si dimenticò di chiudere.Sapevo benissimo che non avrebbe rifiutato. Come avrebbe potuto? Era praticamente con le spalle al muro. Per prima cosa, se Lucia fosse venuta a sapere della tresca, Renato sarebbe finito sul lastrico.Il negozio di abbigliamento era della moglie, e lui sarebbe rimasto solo con quella piccola casa semi diroccata, che ora usava come magazzino ed alcova.Per seconda cosa, scopava con Monica per sfizio. Credo che Renato non abbia mai visto una donna come una compagna, ma solo come una specie di oggetto da usare a proprio piacimento.Monica poi… Credo che anche lui avesse un senso di rivalsa nel scoparla.Per quella sera mi sarei accontentato di guardarli scopare, e magari sarei riuscito a fare un po’ di filmato amatoriale per un mio piacere personale.Mi piaceva guardare. Niente a che vedere con il fare, ma anche il sottile piacere dell’occhio…Mi introdussi velocemente dentro la porta.Conoscevo bene quella casa, rifugio di un tempo, quando ci si nascondeva con le rispettive future mogli a fare le solite sveltine.Mi muovevo nella penombra. Eravamo in piena estate, il sole stava oramai scomparendo, e le persiane erano semi abbassate.Solo nella camera dove Renato, molto tempo prima, aveva sistemato una vecchia camera di qualche parente, le persiane erano drasticamente chiuse.Ma Renato mi venne incontro.Sentii le persiane alzarsi e la susseguente spiegazione dovuta al caldo.Quel poco di sole che ancora resisteva, poté così entrare nella stanza, ed illuminare quella visione che mi si presentò, quando, piano piano, riuscii a raggiungere il terrazzino posto sul retro della casa, e che dava sulla camera.La persiana, alzata minimamente, mi consentì di appoggiare la piccola telecamera, puntarla sull’enorme lettone e tornarmene all’interno.Non potevo restare inginocchiato davanti al davanzale, senza destare curiosità da parte dei passanti.Ritornai sui miei passi, e mi portai davanti alla porta della camera, che naturalmente, trovai chiusa.”Porca miseria…” stavo per disperare, ma mi ricordai di quanto avevamo combinato da ragazzi. Il solaio era di legno, e da veri guardoni, quasi 20 anni prima, avevamo praticato un grosso foro all’altezza del lampadario, quando ancora Renato viveva qui con i genitori, ed ogni tanto si portava qualche troione in camera.Il buco era proprio vicino al lampadario, e praticamente era sopra il lettone.Feci fatica a portarmi sul solaio senza fare rumore, ma la memoria non mi fece difetto, e trovai il punto giusto subito.Spostai una cassetta ed un tappetino ed ecco il vecchio buco, proprio sopra il letto!Mi adagiai lentamente, noncurante della polvere, ed incollai l’occhio sul foro.Vidi Renato che disteso sul letto, sorrideva, e guardava proprio verso di me, con un sorrisino ironico.Probabilmente si sentiva ringiovanito di 20 anni…Monica era in piedi, e si lamentava come al solito di Renzo, e così facendo, cominciava a togliersi i vestiti.Si tolse da principio la maglietta, poi si sedette sul letto, e si tolse il reggiseno e le scarpe.Si voltò, mostrandomi i suoi piccoli seni.Si sciolse i neri capelli, e questi caddero a toccarle le spalle.”Tu non ti spogli?” chiese, vedendo l’inoperosità di Renato.”Con calma, con calma…”Lei si girò, lo guardò con rimprovero, poi fece volare la minigonna, e si gettò sul letto.Si mise a pancia in giù, mostrandomi così un culo da invidia, segnato da un minislip nero, che s’infilava tra le chiappe perfettamente abbronzate.Renato, con sufficienza, la accarezzò, poi si mise su un fianco e la baciò.Lei cominciò ad armeggiare con la lampo dei jeans di Renato.Le estrasse il cazzo, e cominciò a manovrarglielo con buona lena.Renato cominciò a risentire del servizio, e scese a baciarla lungo il corpo, fino ad arrivarle sul pube.Vi affondò la lingua, e lei la vidi chiudere gli occhi ed inarcarsi.Certamente le piaceva quel servizio…Vidi Renato alzarsi sui ginocchi, e toglierle le mutandine lentamente, proprio sotto il mio sguardo, e davanti alla piccola telecamera.Le sfilò quelle mutandine da artista; lentamente, prima la gamba destra, poi la sinistra, non dimenticando dei leggeri baci sui piedi di lei.Era in ginocchio, e le aprì le gambe e gli infilò lentamente, prima una, poi due, poi tre dita in figa, agitandole sempre più.La troia probabilmente era già bagnata, in quanto le dita entrarono senza che lei avesse niente da ridire, anzi, la vidi allargare maggiormente le cosce.Monica si dimenava sul letto (mai avrei creduto che un tipetto come lei partecipasse così attivamente…), facendo saltellare i piccoli seni ritmicamente.Renato si distese a fianco di Monica. Questa si mise su un fianco, e piegandosi, prese in bocca il cazzo, e cominciò a muovere la testa in su e giù, massaggiandogli le palle con una mano.Renato sembrava in estasi, ma Monica sembrò accorgersi che qualcosa non andava:”Cos’hai? Sei stanco?””No, ho caldo. Continua, continua…”Monica però sembrava spazientirsi, e si mise in posizione per un 69, che risultava un tantino difficoltoso.Monica, essendo più alta, doveva inarcarsi per prenderglielo in bocca, mentre lui dovette mettersi i cuscini sotto la testa per giungere alla figa. Il risultato però fu ottimo, in quanto io, appostato sopra di loro, potevo vederli agitarsi ritmicamente, e vedevo la sua testa aumentare velocemente il ritmo, finche si gettò sul letto implorando:”Ora mettilo dentro… Muoviti…”Renato però era di diversa idea, e la obbligò a mettersi in ginocchio, badando bene a rivolgerla verso la finestra.Era in gamba, probabilmente aveva pure notato la telecamera…Che porco!Si piegò, e le leccò ancora un po’ il buco del culo, dopodiché, cominciò a scoparla alla pecorina.Io non potevo ora vederle gli occhi, ma potevo ammirare la sua schiena muoversi, non solo in avanti e indietro, ma cercando quasi di roteare per meglio sentire il cazzo di Renato.Ad un tratto Renato estrasse il cazzo dalla figa, ed in un sol colpo capii che la stava inculando.Un gridolino di sorpresa fu l’unico commento di Monica, che cadde a bocconi sul letto, e si bloccò.Renato acquistò velocità, e dopo pochi colpi lo riestrasse, la obbligò velocemente a girarsi, e le sborrò in faccia.Lei stette immobile, ad aspettare il liquido denso e caldo.Cadde riversa sul letto, e potei vederla bene in viso, con la sborra che le colava sulle guance, ed i suoi occhi neri soddisfatti di quella scopata.Renato si alzò velocemente, e dopo essersi messo le mutande ed i pantaloni le disse: “Stai pure comoda, devo controllare una cosa di sopra…”Io non mi mossi, stetti ad osservare la nudità dell’amica di mia moglie. Il suo magro corpo, i suoi seni piccoli, il suo viso leggermente allungato, e le sue gambe lunghe, mi stavano eccitando parecchio. Ma era l’intera situazione che mi stava portando in uno stato d’eccitazione massimo. Ma dovevo aspettare.Dovevo solamente aspettare, e giocare bene le mie carte.Non volevo usare nessun tipo di ricatto per scoparla, volevo solo fare uscire allo scoperto, con le buone o con le cattive, l’animo scopareccio di Monica, come avevo fatto con quello di Rossana. Sabato forse avrei potuto giungere all’obiettivo, se non ci riuscivo, avevo delle buone carte in mano per riaprire il discorso…In quel mentre giunse Renato, che si fermò dietro di me. Io non mi curai nemmeno di alzarmi dalla mia postazione, tutto preso dalla nudità di Monica:”Bello spettacolo?””Da premio Oscar. Bravo Renato…””Dai, ora alzati e seguimi, perché quando sei salito un po’ di rumore l’hai fatto. E’ pure caduto un po’ di calcinaccio, quando hai riaperto il buco.Ti sono venuto a prendere per quello. Se ti muovi fai cadere della polvere, e lei lì sotto, potrebbe insospettirsi.”Mi alzai lentamente. In effetti il vecchio solaio di legno, ad ogni mio passo probabilmente faceva cadere della polvere, ma oramai l’obbiettivo era stato raggiunto.”Hai visto pure la telecamera?””Ti ho visto perfino posizionarla… Volevo addirittura gettarla giù dal terrazzo, ma poi ho pensato che mi sarei divertito vedermi all’opera.Tu e gli altri mi avete già visto all’opera, ma io no. Quella cassetta comunque e mia! Non devi assolutamente farla vedere a nessuno!””Tu sai benissimo che con me puoi stare tranquillo…””Ma dimmi, cosa intendi dire che mi ricambierai sabato?””Niente domande. Ci vediamo al bar a mezzanotte.Recuperi tu la videocamera?””Sì, stai tranquillo. Ora vattene.””Ciao, a dopo”.A mezzanotte in punto, arrivai al solito bar, e trovai Renato seduto a bere una birra tranquillamente.Mi sedetti, e dopo aver ordinato anch’io la mia buona birra cominciai a spiegargli alcune cose per sabato:”Tu sabato hai un impegno con me. Tu ed io soli”.”Ma sabato le donne non devono uscire? Come farai con Eva?””Non ci pensare. Oramai è grandicella, ed ogni tanto va a dormire dalla sua amica Francesca. Alle 22,00 io e te ci troveremo a casa mia, e faremo un bel giretto””Dove vuoi portarmi?””Voglio farti una di quelle sorprese da lasciarti senza fiato. Tu fidati. Ti ho mai deluso?””Ma stavolta si parla di cosa? Fumo, mangiare, bere o… figa?””Figa figa… Ultimamente è l’unica cosa a cui penso. E’ un periodo che mi sembra di scoppiare, talmente mi è entrata nel cervello.””Ma dove andremo?””Fidati. Ci vediamo sabato alle 22,00 a casa mia”.Bevvi tutta la birra, mi alzai, presi la videocamera che Renato mi aveva portato e lo salutai:”E’ venuto tutto bene?””Non ho avuto il tempo di guardarla. Appena sei uscito, sono ritornato in camera e… Comunque credo sia tutto regolarmente ripreso. Ciao.”Corsi a casa.Volevo vedere le immagini della videocamera il prima possibile.Mi chiusi nel mio ufficio, ed abbastanza nervosamente riavvolsi il nastro ed accesi ila televisore, collegandolo con la videocamera.Le immagini erano abbastanza buone.I soliti inconvenienti della telecamera fissa, ma i corpi e le espressioni si notavano benissimo.Un peccato non aver potuto usare lo zoom per riprendere i primi piani! Mi riapparvero tutte le sensazioni provate poche ore prima, con una magnifica inquadratura della pecorina finale.Che sguardo, e che occhi assetati di sesso aveva Monica mentre lo prendeva in culo!Le sequenze però continuarono, con Renato, che appena rientrato in camera, e vista Monica che si stava rivestendo, l’ha presa, e si è fatto fare un bel pompino, proprio a favore di camera.La videocamera era piccola, e la persiana quasi abbassata la nascondeva, ma era un rischio enorme, farsi spompinare proprio davanti all’obiettivo.Quando il cazzo gli fu ritornato duro, la fece appoggiare al comò, le allargò le cosce, e glielo rimise in figa.Gli diede dei colpi talmente forti, che lo specchio del comò a momenti cadeva.Gli sborrò in figa con violenza, sorridendomi compiaciuto nell’obiettivo, mentre Monica stringeva i bordi del mobile, e mormorava distintamente:”Porco… dai… dai… più forte…porco…”Renato finì sborrandole sulle gambe. I rivoli del liquido scesero velocemente lungo le lunghe gambe abbronzate e lisce, mentre lei, ancora appoggiata sul comò, sembrava faticare a riprendere fiato. Le immagini finirono con Monica che si rialzava le mutandine, mentre si allontanava dalla camera per dirigersi in bagno. Il nastro era finito, ma comunque anche lo spettacolo…Avrei potuto ora ritornare là, in quella casa, svegliarla, e mostrarle il filmato, ed obbligarla a farsi scopare, ma non volevo che cedesse così vistosamente ad un ricatto.Per il momento pensiamo a quanto poteva succedere sabato.Non mi rimaneva che organizzare dettagliatamente quella serata.Il mio piano era basato su sospetti e su piccoli indizi. Non avevo nessuna certezza che Rossana si sarebbe recata al Dolly Club.La telefonata al Club Privè poteva essere una bufala, oppure Rossana aveva telefonato chissà per un qualche sconosciuto motivo. Forse per cercare le mutandine?Stavo forse viaggiando troppo con la fantasia.Rossana non poteva essere diventata così esibizionista, da ritornare là, da sola o con le amiche…Stavolta forse avevo esagerato, ed avevo fantasticato troppo. Comunque ora ero in ballo, e per sabato dovevo escogitare qualcosa.Renato si era fidato ciecamente di me; addirittura si era fatto filmare mentre scopava la moglie del suo migliore amico…Stavo puntando forte su dei miei sospetti, e sul fatto che mia moglie fosse diventata un’esibizionista, una troia senza alcun ritegno.Era un rischio, ma forse ne valeva la pena.Mi ricordai del registratore, che avevo lasciato acceso anche quella sera, in cerca di altri indizi, e che avevo fatto scattare alle 22,00, sempre con una buona C 120.La passai velocemente, ma potei ascoltare solamente la televisione, Eva che ha distrutto casa, e nient’altro.Rossana, alle 22,30 era già a letto, ed il nastro ha registrato a vuoto.Me ne andai a letto distrutto, e con negli occhi il viso di Monica pieno di sborra.Sabato arrivò in fretta.Rossana non mi parlò mai della serata che doveva trascorrere con le amiche, ed io mi guardai bene dal fare una qualsiasi domanda.Era una cosa normalissima; una pizza e quattro salti in discoteca.Non le chiesi, come al solito, nulla, e sabato alle 19,30, Rossana era già in ghingheri e pronta per uscire:”In quante siete stasera?” chiesi tranquillamente.”Non saprei. Non dovremmo essere in tante. Molte hanno degli impegni…”Entrò in bagno, ed io, approfittando che Eva era attaccata alla televisione, la seguii, e la bloccai spingendola con il bacino contro lo specchio.Lei fu spostata in avanti, e dovette appoggiarsi contro lo specchio per evitare di cadere riversa in avanti.Le infilai le mani sotto il vestito, raggiungendo subito le mutandine:”Stai fermo… Eva è di là… Lasciami…””Che ne diresti di infilarti le palline cinesi?””Sei impazzito? Non ci riuscirei a tenerle tutta la sera…””Mettile!” ordinai a denti stretti.”Sei pazzo…” ma chinando la testa, e riabbassando la gonna, si diresse in camera, per ritornarci poco dopo, con in mano le palline.Io le presi, le insalivai per bene, ed aspettai che Rossana si preparasse per l’introduzione.Lei chiuse la porta a chiave, poi si sollevò la gonna, e si sedette sul piano del lavandino. Allargò le gambe, e si spostò con un dito le mutandine.Io potei massaggiarle la figa, leccandomi poi le dita per assaporare il suo sapore.Mi chinai, e presi a leccarla.”Devo andare… Smettila… Infila le palline e smettila…”Avevo il viso ben conficcato nella passera di mia moglie, e mi gustavo i primi umori che cominciavano a fuoriuscire.”Ora non ho bisogno delle palline…”Io mi rialzai, ma non sentendo ragione con due movimenti decisi, infilai le due palline, mentre lei chiudendo gli occhi cominciava a toccarmi la patta dei pantaloni.”Cerca di tenerle il più possibile. Puoi togliertele, ma ti chiedo di tenerle il più possibile…Voglio che quando arrivi a casa, tu abbia una voglia di cazzo tremenda. Se te le togli, poi voglio che te le rimetti. Io questa sera, quando rientrerai, voglio trovarle lì, al suo posto!”Finita la penetrazione, suonò il campanello; era Monica che era venuta a prenderla. Rossana si risistemò, io aprì la porta, ed attesi che Monica entrasse in casa.Arrivò sorridente come sempre. Con i capelli neri raccolti dietro la testa, con un sorriso splendido, ed un vestitino rosso, niente di appariscente, che le arrivava sopra il ginocchio.Ci salutammo cordialmente.Era in gran forma, e dopo i convenevoli le due amiche uscirono, facendomi restare solo con Eva.Una doccia veloce, un cambio, ed ecco che ero già dall’amica di Eva.Sistemai la bambina, con una scusa di un imprevisto sul lavoro.Ritornato a casa, aspettai l’arrivo di Renato.
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