Non avrei mai creduto che da un giorno all’altro, come fosse un semplice vento improvviso, le cosce di mia zia cominciassero ad eccitarmi. Vedevo cose che prima non avrei mai notato: la bellezza della loro linea, quel fascino calamitoso che assumevano quando erano accavallate e scoperte quel tanto che induceva gli occhi a seguirle nel punto d’incontro… per perdersi nelle ombre di una gonna che quasi per caso sembrava nasconderle al desiderio. Avevo poco più di 18 anni e provavo, in verità, anche un senso di colpa, avevo piena consapevolezza che i miei desideri erano ” proibiti” e – come dire – non “ammessi”, ma la spinta dell’attrazione prevaleva e cominciai a spiarla, a cercare di catturare sempre più ogni centimetro di pelle, a rubarle il corpo almeno con gli occhi. Non credo di essere feticista ne’ lo fui in quell’epoca, ma accortamente cominciai a non perdere occasione per vederle l’intimo, aprendo i suoi cassetti e soffermandomi a fantasticare ad occhi aperti immaginandoglielo addosso. Mi spingeva il desiderio che si accompagnava al piacere che mi dava osservare il suo corpo, il gioco (ricordo che mi faceva impazzire) della gonna aderente che le disegnava le forme mentre lei si muoveva con naturalezza, chinandosi sul lavello o raccattando qualcosa che era caduta in terra. Ricordo ancora la prima volta che le vidi l’orlo delle calze, rimanendo quasi ipnotizzato dal contrasto dei chiaro-scuri della pelle fasciata dal tessuto che facevano risaltare ancor più il chiarore della pelle scoperta….. aveva delle cosce da sballo…… e sentivo il mio cazzo quasi esplodere nei pantaloni. E fu così che vinsi il freno del malessere che mi determinava il senso di colpa ed immaginando di metterglielo tra le cosce mi masturbai ……per la prima volta….. fortemente immaginandola stretta a me con il cazzo tra le cosce…. Quasi naturalmente mi ritrovai a studiare tutti i modi possibili di sentirla e sfiorarla …ma come fosse tutto per caso…. Mia zia aveva all’epoca 30 anni circa, alta quasi 1,70, una terza robusta di seno, due gambe lunghe, un corpo agile e nervoso …e avevo sentito più volte dire da altri che era proprio una bella donna, una classica falsa magra. Camminava in un modo non proprio provocante ma che non passava inosservato…. e piaceva anche a me osservarla molto quando passeggiava per casa. Il suo incedere deciso e non ostentato le donava e metteva in risalto la flessuosità del suo corpo. Mi dannavo per trovare un modo, uno qualsiasi che mi mettesse in condizione di poterla almeno sfiorare ed intanto continuavo….. a consolarmi masturbandomi.. Magra consolazione!!! Mi ero anche reso conto che aveva polarizzata la mia attenzione di maschio a tal punto che non riuscivo più ad avere interesse reale per le mie coetanee, che, al suo confronto, mi apparivano slavate e sciape… comunque prive di ogni interesse o carica erotica. Ma un giorno…… un giorno…, anche se non lo compresi subito, la sorte volle che sollevando uno slip, nel corso di un delle mie visite ai suoi cassetti, trovai alcune riviste che all’epoca si sarebbero definite porno….. Mi pare che si chiamassero “Le ore” ed erano piene di storie e foto molto spinte…….. Capii che la zia ne faceva lettura e mi eccitai al pensiero che si eccitasse guardando quelle foto e leggendo quelle storie…… e caso mai si toccasse anche….. Fu così che …..Decisi di giocare il tutto per tutto e mi recai in edicola a comprare una copia dello stesso giornale. Il mio piano fu semplice: farmi scoprire lettore di quella rivista porno per avere la possibilità di parlarne con lei e – lo confesso – di ricattarla. Ero ormai deciso a tutto pur di avere la possibilità di toccarla,carezzarla e rendere reali quelle tante situazioni che avevo solo potuto immaginare mentre mi masturbavo come un pazzo. Accadde che dovetti trattenermi per alcuni giorni a casa dei nonni, dove la zia abitava, ed ebbi modo di mettere in atto la mia idea. Lasciai a bella posta sotto il letto la rivista, ben aperta, quasi fosse caduta e scivolata per caso senza che me ne fossi accorto……. Ero sicuro che la zia l’avrebbe ritrovata nel riassetto della casa e altrettanto convinto che me ne avrebbe parlato, visto che non aveva mai mancato di assumere nei miei confronti il ruolo dell’educatrice anche severa. Uscii di casa per andare a scuola e le ore non trascorrevano mai, non vedevo l’ora di rientrare…di constatare cosa fosse accaduto, di trovarmi,poi, faccia a faccia con lei che certamente mi avrebbe rimproverato…… In verità, però, temevo anche l’incontro e non mi sentivo sicuro al cento per cento; questo stato d’animo che si mescolava all’euforia mi dava un senso di eccitazione e di ansia profonda. Venne il momento di rientrare e coprii le distanze tra casa e scuola in un “batti baleno”, entrai con il solito viso sfatto ed annoiato e mi recai subito dalla nonna per salutarla e chiederle di consueto dove fosse la zia …per informarmi in anteprima sul pranzo. Non volevo assolutamente tradirmi con un comportamento diverso dal solito. Entrai in cucina e la salutai…. ricevendo un “ciao” di risposta piuttosto freddo, che fu seguito da un silenzio imbarazzante e da un suo sguardo di rimprovero. Ruppi il ghiaccio: – cosa mangiamo? -meriteresti pane ed acqua – rispose piuttosto asciutta -perché…? -replicai, cercando di assumere un tono stupito -…uhmmm perché ?…non è il momento …ma meriteresti pane ed acqua- ribadì, piuttosto aspra – ma guarda – affermai – che a scuola oggi ho solo avuta una domanda dal posto e ho risposto bene – a scuola? ….- m’interruppe quasi – non esiste solo la scuola….. sei sicuro che non devi pentirti di nulla? – si…..- dissi con tono a bella posta sospeso -dopo pranzo signorino – tagliò corto – vengo nella camera che occupi e parliamo un po’…e vedrai….. E non aggiunse altro, agitandosi dietro i fornelli, saltellando da un posto all’altro con gioia dei miei occhi che non erano mai stanchi di osservare i modi sensuali di essere del suo corpo, che si offriva in mille disegni diversi e che mi arrapava sempre e … sempre più. E fu in quella circostanza che ebbi la prima sensazione che, comunque, avevo destato anche un suo interesse, lo colsi nello sguardo che mi lanciò, girandosi verso di me di scatto, quasi a sorprendermi, mentre i miei occhi quasi la spogliavano. Uscii precipitosamente dalla stanza. Il pranzo fu piuttosto silenzioso, feci cadere due volte il tovagliolo e ne valse la pena. La prima volta che lo raccattai abbassandomi sotto il tavolo era con le cosce accavallate, la gonna molto tirata su,oltre mezza coscia, e le gambe iniziarono ad oscillare quasi volesse provocarmi, come ebbi modo di constatare per lo sguardo sott’occhi e un po’ beffardo che mi venne quando mi risollevai. O era solo una mia illusione? Il tarlo del dubbio mi rese insicuro ed ancora più ansioso. La seconda volta le cosce erano ritirate al di sotto del sedile e non appena mi abbassai le aprì lentamente quasi a farmi addentrare nella loro semioscurità ancor più marcata dalle calze color visone. Il biancore finale che vidi fugacemente al loro richiudersi mi eccitò moltissimo: non capii se fossero le mutandine o la parte non ricoperta dalle calze, ebbi comunque ancora una volta il dubbio di uno sguardo significativo. Alla fine del pasto si recò in cucina per governare le stoviglie…ed io mi ritirai nella mia cameretta per… riposare brevemente e poi studiare…..; in realtà attendevo che si facesse viva e più il tempo passava e più da un lato perdevo l’ottimismo iniziale e più mi eccitavo, quasi l’attesa fosse un moltiplicatore del desiderio . Bussò ed entrò contemporaneamente e, sicura di sé, sedette sulla sponda del letto dopo aver richiusa la porta alle spalle. Non accavallò le cosce ma ne tenne una distesa in obliquo e l’altra ripiegata all’indietro e mi fissò con sguardo interrogativo…..: -rompiamo il ghiaccio- disse con tono calmo ma accusatorio- ed andiamo al sodo…. stamattina nel rimettere in ordine ho trovato una cosa….. una lettura pornografica e non pensavo che tu ti distraessi finanche dallo studio per leggere simili porcherie… -ma zia- mi opposi con fare studiatamente timido – non sono porcherie, le leggono tutti i miei amici e non solo…. e poi è erotismo, son foto artistiche…. -giovanotto- riprese con tono tra il materno, l’affettuoso ed il burbero – quel che fanno gli altri non interessa, tu hai avuto un’educazione dalla nostra famiglia e sai bene che noi siamo gente morale e perbene e certe letture non le consentiamo e non le facciamo….. – zia ma senti…- ripresi – non ci vedo niente d’immorale e di poco perbene… Mettila così: sono curioso come tutti gli altri miei coetanei…. e coetanee… -coetanee….- mi interruppe con fare meravigliato e quasi adirato – coetanee?… Ma che dici, mi rifiuto di credere che ci siano ragazze dedite a simili sconcezze…..! -zia ma le reputi veramente sconce ? – chiesi con fare ingenuo -si, sconce e sozze… indegne…. anche se vuoi proprio saperlo- replicò -non credevo – aggiunsi – visto che le leggi anche tu….- Diventai rosso e lo dissi tutto di un fiato…… abbassando gli occhi e casualmente incrociando sullo sguardo le sue cosce adesso un po’ scoperte al di sopra del ginocchio ed estremamente invitanti. E qui s’impone una piccola parentesi: la nostra famiglia era di educazione quasi vittoriana, intendo dire estremamente rigida, l’argomento sesso anche nelle sue manifestazioni di tipo più comune o “corrente” era rigorosamente da evitare. Alla zia, quindi, pesava moltissimo che io ne avessi scoperto il “vizietto” e la passione per la lettura “erotica” o “porno”.Sapeva ed aveva capito che potevo ricattarla in qualsiasi momento, certamente lei sarebbe stata esposta al ludibrio familiare, mentre io me la sarei cavata con una ramanzina o al massimo una punizione molto breve. Lei, insomma, ci avrebbe rimessa la reputazione, non avrebbe retto alla vergogna ed ovviamente il solo pensiero la terrorizzava ..ma la metteva completamente nelle mie mani. Consapevole di questo incalzai: – ma se vuoi lo chiediamo ai nonni se la cosa è sconcia solo per me… – e lasciai la frase sospesa. Arrossì violentemente per poi quasi sbiancare,serrando le labbra in un moto di stizza…..ma, lisciandosi la gonna con le mani, quasi a voler nascondere il nervosismo, tirò un sospiro e con tono molto più dolce….: – non c’è alcun bisogno di parlarne in giro – disse, e dopo un attimo di pausa, quasi stesse riflettendo mormorò: -possiamo risolvere tra noi…… ti pare ? – ed accavallò quelle magnifiche cosce lasciandone scoperte più della metà -certo zietta – risposi con prontezza e quasi sorridendo aggiunsi – e anche fare un po’ a meno delle riviste….. visto che sei la zia più bella del mondo ed ho già fantasticato tanto su di te… – sembrava quasi una confessione ma lei colse anche l’invito e schernendosi…. -non esagerare…sai quante ragazze conosci che sono molto meglio- l’interruppi -no zia …..mi piaci tu e vorrei vederti in intimo… sapessi quante volte ho fantasticato così – alzò ancor più la gonna, quasi come non se ne accorgesse, scoprì quasi del tutto quelle meravigliose cosce inguainate con calze color visone che terminavano con un bordo trinato… le disaccavallò lentamente strofinandole quel tanto per produrre un fruscio altamente stimolante e socchiudendo gli occhi mi disse con voce molto tenue ma calda: -si nipotino ma cominciamo per gradi….. oggi contentati così…- e prendendomi una mano se la poggiò sulle ginocchia facendola scorrere lungo il punto d’incrocio delle cosce di cui muoveva i muscoli ritmicamente trasmettendomi un senso di desiderio che sentivo direttamente partire dal ventre ed invadermi i testicoli mentre il mio pene rigonfiava lo slip avvertendone la costrizione. Diventai intraprendente e con la mano libera le presi la sua e la portai sulla patta e la guidai in una carezza al di sopra dei pantaloni e, nel mentre lei richiudeva il palmo per imprigionarmelo, sentii salire violentemente l’uragano dell’orgasmo e venni …………senza ritegno alcuno ed incapace di frenarmi. La zia ne fu felice ma anche delusa e tenera insieme -vedrai… la prossima volta non accadrà- mi consolò, poggiando la testa quasi sul pene ancora gonfio e nettamente visibile sebbene i pantaloni lo coprissero…… – faremo le cose per benino con questo nipote sporcaccione- aggiunse ironica ma scherzosa ed io non seppi che dire – si zietta …….lo faremo meglio e molto più a lungo anche perché credo che tu sia sporcacciona come me.. – e lasciai sospesa la frase…….come volessi che continuasse -si nipotino – lei di rimando – la zietta..quando vuole..sa essere maia…..- ma non terminò perché fummo costretti a ricomporci per il sopraggiungere della nonna che avvicinandosi alla porta fortunatamente aveva pensato bene di darci la classica voce. Ero felice, eccitato ed anche pieno d’ansia e di attesa. Il mio cervello lavorava nel creare mille e più immagini, mille e più occasioni…. mi piaceva non solo pensare a quello che avrei voluto farle, al piacere che avrei provato nel vederla finalmente in intimo e poi nuda…. ma anche sapere che l’avevo in pugno ed avrei potuto chiederle tutto…… Era questo tutto che mi eccitava e che nonostante la mente e la fantasia galoppassero non riuscivo a riempire e a definire in una situazione precisa. Sapevo comunque che avrei dovuto attendere solo la sera e poi addentrarmi con lei nel giardino e profittare del ricovero che avrebbe potuto darci un capannone che ormai serviva solo come ripostiglio degli attrezzi del giardiniere. La incrociai nel corridoio poco prima di cena, rapidamente guardai in giro ed eravamo soli, le misi una mano sul culo meraviglioso e stringendolo e rilasciandolo, mentre lei ancheggiava rendendo la cosa più eccitante borbottando che non era il caso ne’ il momento, le dissi con una decisione, che era sconosciuta a me stesso, stasera a cena voglio che mi ecciti, devi giocare sotto il tavolo..e poi dopo ceno ti aspetto in giardino……. Lei mi guardò…. dapprima fulminandomi quasi…poi si dileguò rapidamente in cucina dopo aver irrigidito i muscoli di quel meraviglioso sederino di cui madre natura l’aveva dotata. A tavola tutto procedeva secondo il rito, si chiacchierava del più e del meno ed il nonno soprattutto aveva da enunciare censure varie su questa o quella che appariva in tv, ora perché mostrava troppo i seni, ora perché aveva una gonna che la svestiva tanto era aderente, ora perché accavallava le cosce come una donnaccia…….. Intanto la zia, pur sedendo alla tavola non molto distante non aveva assunta nessuna iniziativa…anzi quell’unica volta che mi ero chinato a raccogliere una posata, che a bella posta avevo fatto cadere, mi sembrò che invece di dischiudere le cosce le serrasse meglio per rendere impenetrabile alla vista ogni delizia….. M’inserii così nel discorso del nonno e non appena ne ebbi occasione feci rilevare che la tv era niente e che ormai la sconcezza imperava dovunque e che insomma, ogni persona così detta perbene avrebbe potuto avere lo scheletro nell’armadio e che per un onesto giovane diventava difficile fidarsi….e scegliere….. La zia, quasi sbiancò, raccolse il messaggio… e…. sentii il suo piede sul mio ginocchio…….. Senza dare nell’occhio e con naturalezza scesi con la mano sotto il tavolo e glielo impugnai carezzandolo, avvertivo la pelle sotto la calza, con le dita le circuivo la caviglia risalendo verso il polpaccio e ridiscendendo verso il tallone avvertendo il suo istintivo ritrarre il piedino allorquando sfioravo le zone sensibili al solletico…… Le veniva istintivo di rannicchiarlo…e la cosa mi eccitava terribilmente.Lo tirai ancora più a me… ma oggettivamente mi resi conto che non poteva arrivare all’inguine e mi contentai di sentirlo correre sulla coscia e tra le cosce…di avvertire il piacere della carezza delle dita allorquando le ritraeva e le ridistendeva premendo ora sulle ginocchia ora sulla parte superiore della coscia. Dopo cena riuscii a passare un attimo per la cucina mentre era a mettere in ordine e a dirle, vieni dopo in giardino altrimenti parlo…….. -lo so bastardo…..- si limitò a dire quasi sibilando. Quella sera l’aria profumata dagli aranci mi sembrava ancor più penetrante e il fruscio delle foglie mosse dal venticello, che di solito dalla terra a quell’ora spira verso il mare, alle mie orecchie era quasi una musica afrodisiaca perché accompagnava benissimo le mie immagini di desiderio e – lo confesso – di libidine e di voglia di possesso. Erano in me sensazioni non nuove, in esse forse riaffioravano le prime voglie, quelle che sono ancora indistinte, senza forma ma che ti posseggono e ti spingono istintivamente a scoprire il fascino ed il potere d’attrazione di un corpo femminile, che ti fanno scoprire il desiderio della “donna”. Capivo, anzi sentivo, che il desiderio della zia veniva da molto lontano da molto prima che cominciassi a guardarla con interesse sessuale. E – anche se sembrerà incomprensibile – ero preso dall’ansia tipica di colui che sa di aver già perduto tanto e vorrebbe recuperare tutto in una sola volta. Mentre ero immerso in questi pensieri sentii i suoi passi (li conoscevo bene non fosse altro per tutte le volte che avevo dovuto in fretta fingere di essere a capo chino sui libri e nascondere il gioco o la distrazione del momento) e non appena mi fu vicina, senza darle neanche il tempo di respirare, quasi ricollegandomi a dove nel pomeriggio avevamo interrotto -ciao maialina- mi sentii dire, restando io stesso sorpreso…… – ma che espressioni sono e come ti permetti……- fu la risposta immediata e spontanea -ciao maialina- ebbi il coraggio di ripetere – anzi dillo tu che lo sei…….. dillo che ti conviene….- – ma…..- -dillo….che sei maialina, mi eccita- ribadii – sono maialina, hai vinto tu, bastardo…..- sibilò -dillo meglio e togli il bastardo…..anzi chiamami signore….- dissi scoprendo di desiderare di dominarla di rivalermi forse anche delle punizioni che avevo subito nel passato…. – sono maialina…..- esitò -maialina…..- ripetetti……incalzandola ed aggiungendo – e … cosa manca ? – -la tua serva signore……- continuò tutto di un fiato…….. come se avesse dovuto liberarsi da un peso…. Ero ebbro di gioia ! Il mio membro era gonfio già solo per il senso di possesso e di dominio e lei se ne accorse fissando incredula la patta del pantalone…. e – ma non ne sono sicuro a causa dell’oscurità e del rado chiarore – mi parve di scorgere che si leccasse le labbra impercettibilmente con la punta della lingua, spingendo istintivamente una coscia in avanti, un po’ ripiegata ma quasi a sfiorare le mie.-Si zietta dovrai tu obbedenza a me – le risposi, prendendola per mano e guidandola verso il ripostiglio degli attrezzi, ma mi venne un’idea……un desiderio….la voglia di umiliarla -tirati su la gonna e cammina sculettando come una troietta…..e precedimi al capanno….- le ordinai con tono che non ammetteva repliche – ma dai,….se ci vedono…….- tentò di balbettare -obbedisci….zietta, sei o non sei la mia schiavetta maiala? – le feci di rimando Ormai incapace di opporsi alle mie richieste, alzò la gonna al di sopra dell’inguine, arrotolandola quasi all’altezza della vita, scoprì quelle sue cosce meravigliose e valorizzate da un collant nero che le disegnava bene anche le rotondità del culo,che iniziò a muovere in una flessuosa ed eccitante danza che si ripeteva ad ogni passo, precedendomi nel cammino che ci divedeva da quella che avevo individuata come la nostra alcova. Di tanto in tanto si fermava, quasi avesse avuto paura che la potessero vedere, e portava istintivamente le mani alla gonna arrotolata come volesse calarla giù, girandosi verso di me con uno sguardo quasi supplichevole…. ma io la umiliavo ancor più: -sai quante volte hai desiderato esibirti, schiavetta…. cammina – . Appena entrati non resistetti e le passai la mano tra le cosce dal di dietro, le risalii sentendone il contatto dell’una e dell’altra vuoi sul palmo che sul dorso, le dissi di stringerle quel tanto che opponessero una lieve, stimolante e piacevole resistenza e le iniziai a baciare la nuca ed il collo,spingendo la lingua di tanto in tanto al di dietro dell’attaccatura dell’orecchio.Le stuzzicavo il lobo,le solleticavo il padiglione. Iniziò ad ansimare e ad ondeggiare con il corpo lateralmente, come fosse un pendolo, strusciandosi sul mio ventre e carezzando il mio cazzo che gradualmente cresceva sotto il piacere della carezza. Sentivo il culo tendersi ritmicamente ogni qualvolta lo irrigidiva per poi rilasciarlo. Con una mano, quella libera che non le frugava le cosce, le impalmavo il seno al quale imprimevo una leggera pressione, comprimendolo sotto il palmo ed alternando a movimenti lentissimi carezze più veloci, che le facevano erigere il capezzolo,ben avvertibile al di sotto del tessuto. Volli che mi aprisse la patta dei pantaloni senza girarsi ed il suo armeggiare con la zip mi procurò un piacere immenso. Riuscì ad aprirla, infilò la sua mano affusolata al disotto del pantalone ed armeggiò con lo slip per spostarlo di quel tanto che gli permettesse d’impugnare il mio cazzo che cominciò lentamente a carezzare, soffermandosi in una stretta più forte e prolungata ogni qualvolta scivolava alla sua base poggiandosi sui miei peli. La cappella, ormai scappellata e libera dalla pelle che normalmente la ricopriva di poco, le poggiava ora sul culo ora sulla parte ove le cosce si attaccano al culo, avvertivo il contatto con il tessuto del collant, sentivo la pressione del suo culo sul mio ventre e le nostre carezze crescevano di pari passo con i nostri respiri. Ma volevo anche umiliarla, vendicarmi delle punizioni che avevo subito in passato da lei per qualche piccola disattenzione nei compiti o una lieve marachella. -Maiala, parla… voglio sentirti mentre ti faccio……- le sussurrai all’orecchio mordicchiandole il lobo e poi risucchiandolo (mi ero accorto che l’eccitava molto)… – ma che vuoi che dica ?- rispose ansimando…. -quanto godi e quello che fai……quante volte ci hai pensato e quante volte ti sei sditalinata…..- incalzai – parla ……servetta di una zia !- -mi piace prenderti il cazzo tra le mani…..- iniziò con voce quasi tremula – mi piace tenere la tua mano tra le cosce… sentire le tue dita che mi sfiorano la fessura attraverso il collant….. la tua lingua che mi cerca l’orecchio… il mio culo che ti comprime il cazzo mentre la mia mano lo impugna e lo carezza…..- – si porcellina di una zia, ma non mi hai detto tutto – risposi affondando ancor più due dita all’interno della fessura e creando una tensione forte nel tessuto del collant che si opponeva ad una penetrazione maggiore ma s’inumidiva -ohhohh… -sospirò gemendo – mi piace essere porcellina e sditalinarmi pensando a grossi cazzi che mi penetrano….. al tuo cazzo…. si nipotino mio…. mi piace il tuo cazzo e… mi sono sditalinata pensando a te…..- queste parole aumentarono la mia eccitazione, mi staccai ed impugnando il cazzo e mostrandoglielo al chiarore incerto di un lume di fortuna, che avevo in precedenza acceso, le ordinai di abbassarsi i collant a mezza coscia e di sditalinarsi. Ondeggiò di poco flettendo le cosce e calandosi collant e slip insieme come le avevo ordinato, portò la mano sulla peluria con le dita rivolte verso il basso….. le allargò sulla sua pelliccia scura, molto fitta, e quasi giocherellando con i peli lasciò che due dita scivolassero verso l’inizio della fessura….. -parla mentre lo fai ….sai che mi eccita…- -me la dischiudo- iniziò subito a descrivere – per te e per me….. e mi eccita che mi guardi mentre mi sditalino e ti obbedisco come una maiala, scendo con indice e medio di lato… uhmmm che piacere sentire le labbra che si aprono… il loro umido..intingervi i polpastrelli e passarli sopra i peli di nuovo… e pensare al tuo cazzo che vedo crescere…e fremere…..- – si troietta – replicai- sta crescendo per te ma voglio sentirci le tu labbra prima….. mentre continui a menarti la fica….. La feci inginocchiare davanti a me, senza che togliesse la sua mano dalla fica, le potevo vedere parte del candore delle cosce che contrastava con la parte di collant non tolto…., le feci alzare il viso verso di me e le brandii il cazzo innanzi al viso..ma senza toccarlo… a solo qualche centimetro… invitandola a toccarlo con la lingua senza muovere il capo che le tenevo fermo con la mano libera. Il gioco la eccitò molto… -dai fammelo leccare…..- cominciò a supplicarmi – sento che ha un buon odore, fammelo leccare, farò tutto ciò che vuoi… sarò ancor più la tua serva…anzi la tua schiavetta…ma dammelo in bocca….- Non mi sembrava possibile che la zia così costumata e severa fosse tanto troia e la cosa, cioè il contrasto mi mandava in visibilio. Non nascondo che, ancora oggi al pensiero di questi stupendi ricordi, sono attraversato da una profonda eccitazione. -sarai la mia cagnetta….- dissi ricordando quanto avevo letto sulle riviste porno -si, si, sarò la tu cagnetta..ma dammi il cazzo…..- implorò Mi avvicinai di quel tanto che potesse sfiorarlo con la lingua ….ed iniziò, forse, il pompino più bello ed eccitante della mia vita: la sua lingua saettava in toccate sempre diverse, ora di punta, ora di piatto, ora striscianti,ora ben piena di saliva e scivolosa, mentre le sue labbra, rinchiuse a cerchio scivolavano con diverse pressioni sulla cappella, creando sempre un saltino quando dalla cappella si spingevano lungo il cazzo lì ove si attacca la pelle, tutta tesa e tirata all’indietro. – sei propio una maiala pompinara, zia….-le dicevo -dai cagna lecca il cazzo del tuo signore- incalzavo e queste mie frasi la eccitavano ancor più, la inducevano a risucchi che sembravano volermi catturare anche l’anima, mentre la sua lingua tentava di aprire il buchetto della cappella. Si staccava di tanto in tanto e guardandomi ormai con occhi pieni di voglia e da vera puttana mormorava stando poggiata quasi ancora con le labbra sulla cappella: – nipotino, ti piace avere una zia così troia e pompinara? lo vedi come te lo spompino e me la sditalino? ti piace nipotino?….- e si rituffava sul mio cazzo, riprendendo il risucchio e massaggiandomi le palle con le dita, che muoveva come se suonasse un pianoforte. Nel mentre continuava a leccarlo ed io di tanto in tanto glielo sfilavo da bocca e la costringevo a protendere la lingua su cui lo battevo come fosse un randello, ricevendone in cambio gridolini di piacere ed eccitazione…, sempre inseguito dalla sua bocca che, quasi vorace, non avrebbe mai voluto mollare il cazzo….il mio sguardo cadde sul collare di un cane da caccia che non avevamo più. Quasi per gioco le dissi di fermarsi…. che avrebbe dovuto veramente provare la condizione della cagnetta. Presi il collare e glielo richiusi al collo, facendo attenzione che non la stringesse troppo, e le dissi di camminare a quattro zampe…… -si …si…..quasi urlò di piacere……. si sono la tua cagna mio nipote padrone…… trattami come una cagna in calore e puttana…..- Ormai l’eccitazione la dominava, il piacere dei sensi la sconvolgeva….. e legai il capo del guinzaglio ad un palo che reggeva il soppalco antico del fienile consentendole di potersi rialzare e di riprendere il pompino…. Era una furia, la sua testa si muoveva, ormai, velocemente, accompagnando lo scivolamente della bocca sul cazzo…. le sue guance erano convesse verso l’interno per il risucchio potente che esercitava…. -puttana, cagna schiava…. fammi godere….- la incitavo -troia voglio venire….. mentre continui anche a sditalinarti…- la stimolavo ancora… -si…. mio padrone…..- farfugliava velocissima, senza mai staccarsi del tutto dal cazzo -si … si….- replicavo sentendo che ero ormai al limite…. -si troia così…….. com’è bello…. si si eccolo…. esplodo…..- e venni a fiotti, che lei beveva ed ingoiava non dopo averli assaporati passandosi la lingua intorno alla bocca, sulle labbra per poi riportarla sul mio cazzo. -sei una zia porcona..- ebbi modo di dire ansimando ancora -si, maialone mio…-replicò – e vedrai come sono ancora più porca….. ormai mi hai resa tua servetta e mi piace un nipote padroncino……- e si leccò le dita che aveva tenute in fica, guardandomi. Avevo finalmente ottenuto ciò che volevo…. e avrei dovuto vivere altre storie con lei… e non solo…., ma le racconterò ed esaudirò la vostra curiosità un’altra volta.
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