Servii i caffè ai tre operai e il più anziano di essi (Pasquale), guardandomi mi chiese: “Signora, mi sembra affaticata, stava facendo degli sforzi? Vuole una mano?” “No, grazie, sono solo un po’ accaldata.” Nel contempo Andrea uscì dal retro, mi salutò, salutò i tre operai e disse “Quando ha bisogno di nuovo di una mano per mettere a posto le casse di birra, me lo chieda!” “Non mancherò, grazie, Andrea!” Il più giovane degli operai (Carmelo) mi guardò e disse: “Ah, ma allora la signora aveva bisogno di una mano! Peccato che siamo arrivati troppo tardi! Magari la prossima volta l’aiutiamo noi, vero Pasquale?” “E già, sei braccia sono meglio di due, vedrà che rimarrà soddisfatta! Allora è per quello che è così stravolta: stava mettendo a posto delle casse di birra con quel ragazzo? Ma cos’è quella macchia sulla camicetta? E sui capelli cosa ha?” “Ma mi sarò macchiata con qualcosa, non saprei” I tre avevano già bevuto i loro caffè, ma continuavano ad intrattenersi nel locale, diversamente dal solito. Non sapevo più cosa fare per cercare di non alimentare ulteriormente i loro sospetti, ma ad un certo punto Pasquale con un gesto veloce ed atletico si portò dietro il bancone e mi afferrò per un braccio, mise l’altra mano sui cappelli, raccolse un po’ di sperma di Andrea e si mise il dito in bocca. “Signora, lo so io con cosa si è sporcata, sa! Lo sapete ragazzi cosa è questa roba?” Io cercai di divincolarmi dalla sua presa, ma non volevo urlare per non attirare l’attenzione di qualcuno, sarebbe stato molto imbarazzante giustificarmi di quanto accaduto. Gli altri due operai inebetiti chiesero a Pasquale “Cos’è Pasquà, dicci!” “La signora, oltre a fare dei buoni caffè offre altri servizi ai suoi clienti, vero signora?” “Pasquale, la smetta subito e andatevene via, ma cosa le è preso?” “Signora, noi siamo qui da sei mesi a lavorare in cantiere dal mattino alla sera, senza donne, capisce? Sa cosa vuol dire? L’unica nostra soddisfazione giornaliera ci è data dalla sua visione, lei, così bella ci ha ingannato? Pensavamo fosse proprio una moglie modello ed invece!” “Invece cosa Pasquale? Mi lasci il braccio o mi metto ad urlare!” Pasquale mi strinse di più il braccio piegandomelo e facendomi quindi inginocchiare davanti a lui. Poi mi fece rialzare, mi prese per i capelli e mi spinse nel retro, di fronte agli altri due operai che rimasero sbigottiti “Pasquale, ma che fai? Impazzito sei??” disse Carmelo. “Aiuto ditegli di smetterla, altrimenti lo denuncio alla polizia!” “Non sono impazzito, è che la signora qui presente si è offerta di farci un bel servizio compreso nel prezzo del caffè, vero signora? Altrimenti suo marito saprà cosa succede nel retro tra lei e quel ragazzino!” “Ma, cosa vuole insinuare!” “Lo sa benissimo signora!! Di sperma è sporca la puttana! Avete capito cosa faceva con il ragazzino? Non crederà mica che noi possiamo rimanere soddisfatti delle seghe che ci facciamo, visto che lei generosa è, lo sarà anche con noi, mi ha capito bene?” Gli altri due operai rimasero a bocca aperta e si misero a ridere. “Smettetela subito e andatevene via, tra poco arriverà mia cognata e …” “Ecco, quindi faccia presto!” Disse Pasquale tirandosi giù la patta dei pantaloni e facendo fuoriuscire un grosso cazzo ricurvo. Gli altri due si avvicinarono e Vincenzo, che era stato zitto fino a quel momento, disse “Signora io le voglio fare il culo, ha un culo più migliore delle attrici del cinema!!” Io ero inebetita, non sapevo più cosa fare, pensai allora che avrei dovuto soddisfare le loro voglie e poi minacciarli che se non mi avrebbero lasciato in pace li avrei denunciati per stupro. “Aspetta Vincenzo, ora la signora si sbriga e mi fa un bel pompino, poi passiamo stasera e saldiamo il conto, va bene, signora??” “E solo a te lo deve fare il pompino ora?” “Si, voi andate di la a controllare che non arrivi nessuno, mentre tu ….fammi venire velocemente, hai capito troia?” Gli altri due operai, riconosciuta l’autorità di Pasquale ritornarono nel bar, mentre Pasquale attendeva che io gli facessi il pompino. Vidi l’orologio, non potevo rischiare che arrivasse mia cognata e mi vedesse in quella situazione, quindi mi inginocchiai davanti a Pasquale, afferrai il suo grosso membro ed iniziai a menarlo. “Ah, si brava signora, ora mettilo in bocca, ci metterò poco a riempirtela, ma tu poi ingoiare tutta la devi!!” Mentre la mia bocca si riempiva di quel pene nerbuto e puzzolente, vidi con la coda dell’occhio avanzare verso di me Vincenzo con il suo cazzo in mano. “Vincenzo, mischia!! Di là devi stare con Carmelo” disse Pasquale. “Senti ho il cazzo che mi scoppia, il culo faccio alla signora mentre ti fa la pompa, capito hai?” “No, Vincenzo, la prego, poi le farò quello che vuole, ma non mi sodomizzi!” dissi. “Sodo….che? Ho detto che il culo ti faccio, mica altro! Sta tranquilla, te lo lecco bene prima, vedrai che ti piacerà!” Pasquale mi prese per i capelli e riportò la bocca sulla sua cappella violacea e gonfia, mentre Vincenzo si mise dietro di me e mi fece posizionare alla pecorina. Ero spaventata, ma anche tremendamente eccitata, mi trovavo con il secondo cazzo in bocca nell’arco di pochi minuti ed un terzo avrebbe violato il mio ano, poco usato fino a quel giorno. Sapevo che non potevo oppormi così cercai di facilitare sia l’operato di Vincenzo che di Pasquale in modo che quella situazione potesse terminare il prima possibile. Vincenzo mi alzò la gonna sulla schiena ed abbasso con foga i miei minuscoli slip dicendo “Minchia invece delle mutande la signora ha uno spago nel culo, ora vedi che ti do qualcosa di più meglio” Dicendo così si inginocchiò dietro di me e cominciò a leccarmi il buco del culo, mentre una sua mano si stava occupando della mia fica, che cominciava a dare segnali di godimento inumidendosi. La pompa che stavo facendo a Pasquale stava dando i suoi risultati, sentivo l’operaio ansimare mentre con le mani accompagnava il movimento della mia testa ed in bocca cominciavo ad avvertire il gusto del suo liquido seminale, che si andava a mescolare con la mia saliva. Concentrata nel mio operato avvertii la punta del pene di Vincenzo appoggiarsi al mio sfintere, per poi cominciare lentamente ad entrare. Stentavo a credere a quello che mi stava succedendo e cercavo solo di far godere velocemente i due uomini. Tutto questo però mi aveva tremendamente eccitata, al punto che quando Vincenzo affondò il suo pene completamente dentro le mie viscere, interruppi il pompino per esprimere il mio godimento “Ahhhh, Ummm, mi stai scopando nel culo, sporco operaio!” “Ahh, non ho mai fatto il culo ad una troia, che bella che sei signora, ti voglio venire in culo!” “Nooo, sporco proletario non venirci dentro, sborrami sulla schiena, mo non dentro.” “Sarò anche sporco e proletario, ma nel culo ti sto scopando puttana borghese!” Pasquale innervosito dalla mia interruzione spinse nuovamente la mia faccia sul suo pene e cominciò a scoparmi in bocca con una foga inaudita, affondando il pene fino in gola, mentre Vincenzo si attaccò ai miei fianchi e cominciò ad imporre anche lui un ritmo elevato ai suoi poderosi colpi, facendo entrare tutto il cazzo nel culo fino a far sbattere le palle ad ogni colpo sulle mie natiche. Stavo godendo e quando percepii che Pasquale stava per sborrare, ebbi un orgasmo poderoso, mai provato in quella maniera così selvaggia, che mi indusse a prendere Pasquale per la chiappe per spingere il suo pene più in profondità nella mia gola e ad alzare il culo in modo che anche Vincenzo potesse esplorare a fondo le mie viscere. “Ahhhhh, brava signora!! Ora ti vengo in bocca, vengo, vengo ….è tutta tua troiaaaa!” Pasquale buttò la testa indietro e piegò le ginocchia, mentre sentivo il suo pene caricarsi fino ad esplodere in una serie di schizzi caldi ed abbondanti che allagarono la mia gola e che ingoiai come una brava professionista, senza neppure farmeli andare di traverso!! L’operaio rimase qualche secondo con il suo cazzo piantato interamente nella mia bocca, poi iniziò ad estrarlo mentre tenevo le labbra strette in modo che uscisse bello pulito. Pasquale con gli occhi ancora chiusi si allontanò, mentre Carmelo, che aveva assistito alla scena dal locale, arrivò di corsa nel retro bar. “Pasquale, vai a fare la guardia che mi scarico anche io, porca troia, altrimenti esplodo” Detto questo tirò fuori un cazzo violaceo e molto grosso, forse più grosso di quello di Pasquale e senza tanti preliminari me lo infilò in bocca prendendomi la testa con le mani. Nel frattempo Vincenzo che aveva continuato ininterrottamente ad incularmi cominciò a dare segnali di una imminente sborrata. “Ahhhh, che culo che hai, sto per sborrare, ti faccio il clistere bella signora!! Dai Carmelo sborrale in bocca alla signora, dai Carmelo!” Il cazzo di Carmelo aveva un gusto terribile, probabilmente si masturbava spesso e non l’aveva lavato da qualche giorno. Inizia ad avvertire un senso di nausea per lo schifo, avrei voluto poter vomitare per liberarmi da quel senso di schifo, ma vedendo come Carmelo godeva e sentendo il cazzo di Vincenzo cominciare a vibrarmi nel culo mentre lui proferiva parole senza senso, mi fecero sentire come non mai prima di quel momento. Ero la loro troia, mi stavano trattando come una bambola in cui svuotare le loro repressioni sessuali e la loro astinenza forzata. Ero un oggetto, niente più di una latrina, mi stavano trattando così senza nessun riguardo e pensando solo a svuotarsi velocemente le palle dentro di me. Vincenzo cominciò a bestemmiare e poco dopo avvertii dei possenti getti caldi nel mio intestino, mentre lui rantolava e si accasciava sulla mia schiena. Ebbi un altro orgasmo più forte del primo che fu condito dalla sborrata di Carmelo nella mia bocca. Fu molto rapido Carmelo, bastarono cinque/sei colpi e poi gemette sborrandomi in bocca una modesta quantità del suo seme, che io ingoiai senza più schifo e senza difficoltà. Anche a lui ripulii l’asta e il glande dalle ultime gocce, poi Vincenzo si stacco, io rimasi per qualche secondo quasi in uno stato di incoscienza e mi rialzai, mi sistemai tirandomi su le mutandine e dissi “Ora avete avuto tutti e tre ciò che desideravate, non fatevi più vedere altrimenti vi denuncio!” “Signora, non sia scortese, ci è sembrato che la cosa non le sia dispiaciuta, vedrà che la prossima volta ci divertiremo di più, e poi non vorrà negare i suoi servizi al nostro capo cantiere, si potrebbe offendere, capisce?” disse Pasquale. “Vi ripeto, la cosa finisce qui, chiaro?” Mentre mi recavo nel bar sentii colarmi tra le gambe lo sperma di Vincenzo che cominciava ad uscirmi dallo sfintere spinto dall’aria che mi aveva pompato dentro. I tre operai posarono 10 euro sul bancone e Pasquale disse “Il resto è mancia signora, se lo merita!”, poi uscirono dal locale lasciandomi sola con il gusto del loro seme in bocca e con un filo di sperma che colava dalle mie gambe.
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